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Le stelle e il mito: cosa ci dice il cielo stanotte sopra di noi. La costellazione di Eracle - Corriere Tv

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La serie di lezioni sui miti della cultura occidentale per riflettere sul passato e sul presente.
«L’Universo è gentile e ci manda tutta la sua luce qui». Natasha Hurley-Walker lo pensa da quando era bambina e noi con lei. La scienziata australiana ha di recente scoperto (con il suo team e partendo dall’intuizione di uno studente della Curtin University) una stella di un tipo mai visto prima. Il cielo è meraviglioso ci avvolge dalla notte dei tempi e non smette di suscitare il nostro stupore, un sentimento bellissimo: stupeo ha la radice staph di stare fermo. In latino significa essere stordito dalla forza di qualcosa. Essere stupiti non è un’operazione semplice è un sentimento che ci colpisce a nostra insaputa. E il cielo lo sa fare, mentre siamo apparentemente immobili con il naso all’insù, mette in moto la nostra sensibilità. Il cielo che noi vediamo è lo stesso che vedevano i Greci antichi e anche i Romani, affollato di personaggi che a scadenza regolare attraversano la volta celeste e ci mostrano tutti i suoi racconti. Creare costellazioni ha da sempre aiutato l’uomo a darsi un orizzonte nel mare e nei deserti come nella vita di tutti i giorni. E ogni notte si accende. Nella ricca galleria di personaggi mitologici appesi lassù la costellazione di Ercole è una delle più grandi e più visibili dalla nostra metà del globo terrestre, ben visibile nelle notti primaverili ed estive. Nell’antichità veniva associata alla figura di Ercole a testa all’ingiù con una clava in un amano e nell’altra la fantasia umana ha immaginato vari oggetti collegati quasi sempre alle sue mitiche Dodici Fatiche: dalla pelle del leone Nemeo, la prima fatica narrata, a Cerbero, il cane a tre teste guardiano degli inferi legato alla sua ultima impresa eroica. Eracle era figlio di Zeus e Alcmena una donna mortale saggia e bella e i due diedero alla luce un figlio tanto forte da essere la gloria degli uomini. E così Eracle fu il primo umano a raggiungere l’immortalità e a divenire un dio grazie alle sue celebri Dodici Fatiche e dopo la sua morte, come riconoscimento, Zeus pose la sua costellazione nel cielo. Eracle probabilmente è l’eroe per antonomasia, il più famoso della mitologia greca; egli fu ed è tutt’ora sinonimo di un’incredibile forza e coraggio ma anche di misericordia verso i deboli e i bisognosi. Ebbe come maestro Chirone in persona, che lo educò alle lettere ed alle scienze. Chirone era noto fra i centauri per cultura e saggezza. La madre gli aveva insegnato ad allevare i bambini e alle sue cure furono affidati eroi come Achille e Giasone e anche Asclepio, il padre della medicina. Purtroppo Chirone muore colpito per errore da una freccia avvelenata dello stesso Eracle che per compensarlo lo rese eterno trasformandolo nella costellazione del Centauro. Nel nostro emisfero non è visibile ma ci conforta sapere che la sua immagine custodisce tutti i giovani studenti della terra. Moderni Eracle o moderni Achille che hanno il diritto di avere un livello di vita sufficiente per consentire il loro sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale. Lo sancisce l’articolo 27 della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia. Eracle e il suo maestro sono tra le stelle a ricordarci che la strada verso l’articolo 27 è l’educazione. Esserne privi semina diseguaglianze. Lottare perché ciò non avvenga è la sua ( e la nostra) 13esima fatica.

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